Qui Anna Positano. Laureata in Architettura a Genova, ho deciso che non avrei potuto fare l'architetto - infatti ogni volta che l'ho fatto sono finita in ospedale... Un segno? Poi a Londra al London College of Communication (MA Photography) ho dedicato un intero anno alla fotografia. Sono tornata a Genova da un anno e mezzo e per mantenermi faccio la fotografa di architettura, spendendo tutto il guadagno nei miei progetti fotografici personali. Tra cinque anni immagino che il mio lavoro sarà sempre questo. La speranza, poi, è avere anche una bella terrace house a Londra, un rifugio in cui scappare quando mi stanco di Genova.
2. Il tuo prossimo progetto: a che cosa stai lavorando adesso?
Bella domanda! Parto sempre con mille progetti tutti assieme, poi li perdo per strada e a turno li recupero... In questo periodo c'è un progetto in cui sono stata coinvolta da Tommaso Perfetti [http://www.progettoqd.blogspot.com/]: è un work in progress tra bio e geo-grafia in cui ogni fotografo conduce il suo progetto ma allo stesso tempo viene influenzato dai lavori degli altri. La mia 'storia' [http://www.progettoqd-genova.blogspot.com] parla del cambiare casa e del conseguente mutamento della geografia quotidiana. In questo momento sono in transito e quindi le fotografie rappresentano un avvicinamento non ancora definitivo alla nuova casa.
Home (Towards) in Night Walks, 2011
3. Gli strumenti del mestiere: un’istantanea del tuo piano di lavoro, che cosa c’è intorno a te?
Un gran casino. Letteralmente. Sono disordinatissima e ho l'archivio (sia fisico - pellicole e stampe - sia virtuale) che sta esplodendo. In realtà quando fotografo sono molto metodica e ordinata: infatti usando il banco ottico [Sinar F] e la pellicola se non sei stalinista rischi di compromettere i risultati. Uso anche una vecchia 6x6 [Rollei SL66] che adoro, soprattutto per fotografare gli interni. Computer e scanner ovviamente sono fondamentali oggi, anche se continuo a preferire le stampe tradizionali che faccio a Modena da Arrigo Ghi. Non ho ancora uno studio vero e proprio, e occupandomi di architettura e paesaggio potrei dirti che il mio piano di lavoro è ovunque io vada a scattare coi miei 20kg di equipaggiamento. Forse è proprio questa la parte migliore del lavoro, non essere chiuso a lavorare nello stesso ufficio per otto ore al giorno, lavorare il sabato e la domenica, ma essere in vacanza di martedì o (ragionevolmente) quando ti pare.
Photo Courtesy of Jan Papas
4. Se tu fossi un supereroe, quale sarebbe il tuo superpotere?
Ha! Mi hanno detto che tu esaudisci i desideri, vero? Allora: vorrei volare per poter inquadrare a volo d'uccello. Vorrei anche la super forza per portare tutto il mio equipaggiamento senza spaccarmi la schiena. Se posso chiederne un altro vorrei prevedere il futuro come si deve, per tutte le ovvie ragioni.
Cut, One out of Three in Cut, 2010
5. La prima volta che mi hai visto, cosa hai pensato?
Eravamo a Brick Lane, in quel bar tipo indiano con Saretti. Quando mi hai stretto la mano ho pensato: "Uh, ha i capelli rossi, un cardigan grigio leopardato e degli stivaletti da paura. Questa spacca di sicuro!". E poi che non capivo molto il tuo idioletto toscano e che mi faceva un sacco ridere il dantesco 'deh'. Cavolate a parte, sapevo di volerti già un sacco bene.
Links
www.theredbird.org
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